Luciano Brunelli (1930 – 2022)

In onore di Luciano Brunelli, 21 luglio 2022

VICENZA, 26 luglio 2022 – Classe 1930, Luciano Brunelli è stato un grande arbitro e un grande dirigente di pallacanestro. Proprio pochi mesi fa aveva ricevuto un premio per i suoi settanta anni di attività e sia il Giornale di Vicenza sia il Corriere del Veneto gli avevano pubblicato  una bellissima e meritata intervista. Come arbitro faceva coppia fissa con un altro bravo come lui, Silvano Pressanto: allievi di una super scuola imperniata sul dott. Odoardo Masera, l’odontoiatra della pallacanestro, Egidio Vedovato e Odener Trentin, i saldi pilastri della pallacanestro d’antan. I primi due per anni guidarono il Comitato Provinciale e Regionale con una passione impareggiabile. Attorno a Brunelli mossero i primi passi arbitrali mio padre Mario, che per un periodo, smessa la canotta, si diede all’arbitraggio; Franco Dal Toso, Gianni Baldisseri, Claudio Tognato, tantissimi altri e soprattutto Paolo Zanettini, il più bravo di tutti di quella generazione. Luciano, essendo vicentino, poteva arbitrarci solo le amichevoli e i tornei e lo faceva con classe. Noi gli attribuivamo il giusto rispetto dovuto a un fischietto di caratura superiore. Sono contento di aver inserito nel mio libro su Antonio Concato una foto del 1955  (qui sotto) che lo rappresenta (a destra) assieme al collega-amico Silvano Pressanto (a sinistra) in occasione della partita femminile Lega Nazionale Vicenza-Lugano. Ma Luciano è stato innanzitutto una grande persona: quello che si dice un signore. Nel 1981 insegnavo alla scuola media Roncalli di Dueville e mi venne l’idea con un paio di colleghi di proporre ai ragazzi di fare teatro. Individuammo la sala, l’aula doppia adibita al disegno che poteva contenere una sessantina di persone. L’entusiasmo c’era, la voglia anche, i ragazzi disponibili ed elettrici. Ma il palcoscenico era una pena: freddo, nudo, buio, disadorno. Forse l’anziana preside era interessata alla novità, ma fu subito categorica: quattrini – che novità! – non ci stanno. Così mi balenò in testa di chiamare Luciano Brunelli che era un funzionario della Sivi di Cavazzale. Gli telefonai, in un amen mi accolse e mi fece entrare nel magazzino. Per non sbagliare mi ero portato dietro il collega Elia Di Giovine, geniale insegnante di educazione artistica, uomo di schietta praticità che sapeva che cosa ci occorreva. Ma c’era troppa roba: un vero bendidio! Capito il nostro imbarazzo, Luciano ci tranquillizzò. “Fate pure in tutta libertà. Che questo materiale vada a finire in una scuola fa solo piacere a me e all’azienda che rappresento. Non dovete tirare fuori una lira, ci penso io”. Da un mio grossolano conteggio la merce che prelevammo non valeva meno di 500-600 mila lire (di quarant’anni fa). Fu così che il palcoscenico della nostra scuola diventò pirotecnico, luminoso – giallo, rosso, verde, bianco – e fonte di divertimento e apprendimento per tutta una generazione di alunni duevillesi: l’attività teatrale si sarebbe prolungata per moltissimi anni. Quel palcoscenico divenne più importante di quello della Scala di Milano. Tante volte ti ho ringraziato Luciano, lasciami finire con un ulteriore grandissimo grazie. Con te un altro pezzo della storia dei grandi vecchi della nostra pallacanestro ha preso il volo per sempre.

Roberto Pellizzaro

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