Mirella FAGGIONATO (1946-2022)

Ci ha lasciato un’altra campionessa vicentina

Mirella e Nidia Pausich in Basilica Palladiana nel 2005

 

VICENZA, 26 agosto 2022 – AS Vicenza Basket Femminile vuole ricordare Mirella Faggionato, ala N° 11 del Portorico (e poi Recoaro) cinque volte campione d’Italia negli anni sessanta. Ennesimo prodotto del prolifico vivaio di casa, entrò giovanissima in prima squadra giocando a fianco dei mostri sacri Biba Gentilin, Nidia Pausich, Nicoletta Persi senza alcun timore reverenziale, diventando una pedina fondamentale. Dotata di una fortissima personalità, non aveva paura di niente. Antonio Concato e Zigo Vasojevic furono i suoi allenatori. L’11 aprile 1965 nella vittoria per 58-53 allo spareggio di Milano contro il Fiat Torino, che fruttò il primo scudetto, Mirella non ancora diciannovenne siglò dieci punti.1964-65 primo scudetto in Basilica. Da sx in piedi Colla, Persi, Bortolotto, Medin; sotto Faggionato, Verdi, Gentilin, Pausich, Franzon, Rigodanza (cap.)

 

1965, Palalido di Milano. Mirella a canestro nello spareggio con Fiat Torino

1966-67, squadra del terzo scudetto in Piarda Fanton. Da sx in piedi Gentilin, Agostinelli, Concato, Persi, Bortolotto, Viero; sotto Faggionato, Franzon, Pausich, Verdi, Battistella

 

Mirella a canestro nella palestra di Piarda Fanton

 

Giocatrice versatile e imprevedibile, dotata di un gran fiuto per il canestro, ha vestito per 7 volte la maglia della Nazionale Italiana. Era una persona estroversa ed estremamente libera nelle sue espressioni.

AS Vicenza si stringe attorno alle famiglie Giovanetti e Faggionato porgendo loro le più sentite condoglianze.
“Cara amica Mirella tu, assieme a Ivana Franzon, sei stata per anni la più giovane della tua squadra come io della mia. Cestisticamente parlando siamo cresciuti nella stessa epoca. Poi tu hai fatto una splendida carriera. Quanto hai dato a Vicenza nel basket non te lo toglierà nessuno. Porterò sempre dentro di me la tua proverbiale schiettezza: come resistere alle tue uscite variopinte e salaci! Che la terra ti sia lieve: hai sofferto a sufficienza. Un forte affettuoso lungo abbraccio”.
Roberto Pellizzaro

 

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